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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE, LINFOMI E MIELOMA – SEZIONE DI VARESE ODV

“Grazie un midollo nuovo! È proprio quello che volevo!”

Leggi la storia di Lorenzo

Ho ricordi un po’ confusi della notte del 30 marzo dell’anno scorso.

Ricordo che, dopo una notte a lavorare il legno nel laboratorio di un mio amico, mi sono svegliato verso le quattro con un dolore che mi prendeva il braccio e il collo, un dolore sopportabile, simile a quando ti si addormenta il braccio durante il sonno, un dolore familiare ma che comunque mi ha  spinto a svegliare mia madre e a chiederle se le andava di accompagnarmi al pronto soccorso.

Da li tutto ha smesso di avere un senso. Ho capito che qualcosa non andava quando dopo pochi minuti dal prelievo ero già stato invitato dagli infermieri a entrare e a sdraiarmi su un lettino.

Dopo un paio di ore mi dissero che un medico mi stava aspettando per parlare, mi si gelò il sangue. Il medico mi disse che ero affetto da un’infezione del sangue. Sono uscito dallo studio senza porre altre domande e con la testa totalmente svuotata.

In meno di mezz’ora sono stato portato in ematologia, un reparto mai sentito prima. Non avevo la minima idea di cosa si intendesse per infezione o malattia del sangue, nemmeno quando mi hanno confermato la diagnosi della mia “rarissima” leucemia linfoblastica acuta T.

Sapevo che era una gran schifezza e non ne sarei uscito velocemente. Proprio ora che avevo trovato un lavoro, pensai. Tutto iniziò quindi quella notte e dopo soli tre giorni iniziarono anche i cicli di chemioterapia.

Nella sfortuna, questa “rarissima” malattia dieci giorni prima aveva deciso di colpire un altro ragazzo che è diventato presto il mio compagno di battaglia. Ciclo dopo ciclo, testa contro testa, separati solamente da una parete, insieme a uno staff medico senza paragoni e con il sostegno di  amici e parenti, ci siamo donati ogni giorno la forza di sorridere e di credere che tutto sarebbe solo potuto andare a finire bene.

Credere che saremmo rientrati in quella maledetta percentuale che ti martella giorno e notte in testa, l’80% dei fortunati che guariscono. Nella mia ignoranza leucemia significava morte certa e probabilmente qualche anno fa sarebbe stata una definizione più che adatta, ma ora è stata ed è solo una lunga battaglia davanti alla quale è possibile uscirne vincitori se non ci si arrende.

Le persone che m’incontrano ora, a distanza di quattro cicli di chemio, radio e trapianto di midollo, mi considerano un eroe ma non sanno che le parole “senza di voi non ce l’avrei fatta” non sono mai state così vere.

Quando sei costretto a cancellare ogni progetto a breve termine, dubitare di quelli a lungo e in piena notte spalanchi gli occhi pieno di paure, non c’è niente che possa darti più forza e sicurezza delle persone che ti circondano. Un motivo per combattere, un motivo per credere che se hanno così bisogno di te e tu hai così bisogno di loro non si può andare da nessuna parte.

In quest’anno ho rivalutato tutto, amicizie, amore e famiglia, riscoprendo il valore della vita. Mentirei se dicessi che non sono più il ragazzo viziato dalla mamma o il rompiscatole della famiglia e della compagnia o che in amore sono diventato il ragazzo del secolo ma posso dire con certezza che ho cambiato il mio punto di vista imparando a dare più valore alla semplicità. Questo mi permette di dire che in questo incubo in un modo o nell’altro ne sono già uscito in parte vincitore.

Mi trovo oggi ancora altalenante per quanto riguarda la mia situazione clinica, ancora un sacco di domande e pochissime risposte ma mi sento bene. Mi sveglio al mattino guardando negli occhi la mia ragazza, con un messaggio di mia madre che mi augura una buona giornata, con le chiamate dei compagni di università che vogliono sapere se ho svolto a dovere i miei incarichi e messaggi di amici che mi organizzano la serata.

Sono tornato vivere con una voglia di fare mai avuta prima, non riesco a stare fermo (motivo per il quale forse la mia situazione continua ad essere un sali scendi) e a dirla tutta non so se mi interessa prendermi il tempo per riposarmi.

Se una disgrazia del genere può regalarti tutto questo allora penso che la vita non possa che essere considerata il dono più grande che chiunque possa ricevere. Da ogni momento è possibile strappare qualcosa che possa regalare un sorriso e questo è ciò che a parer mio più conta.

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