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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE, LINFOMI E MIELOMA – SEZIONE DI VARESE ODV

La mia diagnosi letta al contrario

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La forza e la determinazione nelle parole di Vilma

11 Agosto 2013, il giorno successivo sarei partita per qualche giorno di vacanza. Da qualche tempo mi sentivo stanca e pensavo fosse a causa del lavoro, già perché esattamente 16 mesi prima avevo iniziato una nuova attività che mi dava grandi soddisfazioni ma richiedeva anche molto impegno e la paura di non farcela era tanta.

Quel pomeriggio era molto caldo e in auto sulla strada di casa, non so per quale motivo, mi sono toccata il collo e ho sentito sul lato sinistro un piccolo nodulo a cui non ho dato molta importanza. Come previsto la mattina successiva sono partita per la mia vacanza, tenendo per me la scoperta della sera precedente e dimenticandomi completamente del mio collo.

Al ritorno inutile dire che il “nodulino” era ancora lì. Sono così iniziate una serie di visite ed esami che mi hanno portata all’ambulatorio di ematologia dell’ospedale di Varese.

Di questo periodo ho ricordi molto confusi tanto ero presa tra visite, esami e lavoro. Quello che però ricordo perfettamente è stato l’incontro con  i medici per il referto dell’ago aspirato. Purtroppo ho la pessima abitudine di leggere al contrario e quella scritta “cellule tumorali maligne” sul foglio nelle mani di un medico l’ho vista subito, ancora prima che iniziassero a parlare. Ricordo di aver pensato “ecco ci siamo”. Quindi arriva la diagnosi Linfoma non Hodgkin e seguono  le spiegazioni. Mi parlano di chemio, di divieto di visitare le mie clienti estetiste, di problemi che io al momento non capivo , di perdita di capelli e altro ancora. Ecco la perdita dei capelli sembrerà strano ma mi ha fatto sorridere, in quel periodo portavo i capelli rasatissimi e ricordo di aver pensato che la differenza sarebbe stata minima, in realtà non è stato così; bisogna confrontarsi con gli sguardi di chi incontri e con il freddo dell’inverno.

Oggi mi chiedo se sono stata forte o incosciente. Quello che so con certezza è che avevo troppe cose per me importanti a cui non  volevo rinunciare, quindi ho pensato e ahimè detto: ok facciamo quello che dobbiamo fare, ma in fretta, non ho tempo. Credo di essere sembrata completamente scema perché ad un certo punto un medico con espressione allibita mi ha chiesto se avevo capito di cosa parlavano. Certo che avevo capito, ma non avevo nessuna intenzione di lasciare che un linfoma distruggesse i miei progetti!!

Così il 25 Novembre inizia l’avventura che terminerà con le dimissioni in remissione il 1° Aprile 2014. Tra un ricovero e l’altro ho continuato a lavorare, anche se con un ritmo diverso, armata di cappellino per il freddo e mascherina per fare contenti i medici. Non potevo restare a casa a deprimermi, non potevo assolutamente perdere tempo e trascurare i miei interessi !

Non so come ho fatto ad affrontare e superare tutto, considerando che ero io a fare forza ai miei famigliari. Sicuramente un grande aiuto è arrivato da chi mi ha spronata e mai trattata da ammalata, dall’amica che mi mandava messaggi divertenti e un po’ pazzi, dai medici, dagli infermieri, dal personale dell’ospedale di Varese , da AIL con il suo aiuto alla ricerca. Senza di loro forse la mia storia sarebbe stata diversa. Lasciatemi dire che un pochino di merito forse  è stato anche mio testarda, allegra e sempre con il sorriso.

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